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Sesso orale a gogò


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
01.12.2024    |    5.160    |    4 9.4
"“Continua” - ha detto con voce spezzata..."
Si è sempre detto che il racconto erotico piace soprattutto al pubblico femminile. Del resto, si sa, il successo della trilogia di cinquanta sfumature lo si deve soprattutto alle donne. Gli uomini, di solito, amano i video da guardare, le donne preferiscono leggere e se trovano gli stimoli giusti passano all’azione. Così è successo con Elisa (nome di fantasia) che ha letto immodestamente il mio racconto dal titolo: “Leccherai la mia fica come ti ho scritto.”
Ho ricevuto un suo messaggio:

“Sono d’accordo con Anna. Sono pochi quelli che sanno leccarla. Molti pensano di avere un gelato davanti e ha ragione anche quando dice che certi uomini ti infilano le dita dentro come se stessero cercando un mazzo di chiavi in una borsa.”
Le ho risposto:
“Ciao. Grazie per la lettura. Sì, sembra che siano molte le donne a pensarla così. Anna si lamentava anche di come viene trattato il povero clitoride.”
“Beh, ci sono uomini che non sanno neanche dove si trovi. Avrebbero bisogno di una mappa per localizzarlo e quando finalmente lo trovano gli scappa di nuovo e si mettono di nuovo alla ricerca. Li sento che sono tutti affannati là sotto.”
“Da uno a dieci quanto dai al cunnilingus?” – le ho chiesto.
“Se fatto bene, dieci cum laude." - mi ha risposto.
“Mmh… Come preferisci farlo?”
“Come preferisce Anna. Stare in piedi e lui in ginocchio con la sua faccia tra le mie cosce.”
“ Deliziosa posizione.” - ho detto.
“Hai avuto modo di farlo con altre?” – mi ha chiesto.
“Ancora no, ma ho il presentimento che non dovrò aspettare molto.”
“Perché dici questo? Stai chattando con qualcuna interessata?”
“Sì. Con te.”
“Cosa ti fa pensare che io lo sia?”
“Perché sei come Anna. Come lei adori il cunnilingus e come lei vorresti farlo in piedi con lui in ginocchio e la sua faccia tra le tue gambe.”
“Sì, è vero. Mi piacerebbe farlo come l’ha fatto Anna. Allo stesso identico modo.”
“Io posso prometterti che non la leccherò come se stessi scartavetrando, niente succhiate come se stessi bevendo una coca con la cannuccia e soprattutto niente morsi.” - ho detto.
“Bene. Questa sarebbe un buon inizio!”
“Ti sei registrata come coppia, lo vedo sul tuo profilo.”
“Sì, siamo una coppia.”
“Ok. Quindi, c’è anche lui suppongo…”
“Sì.”
“Che ruolo avrebbe in un nostro incontro?”
“Beh, lui avrebbe voglia di provare un’esperienza nuova…”
“Tipo?”
“Fare un pompino a un uomo. Abbiamo letto che non disdegni giocare con uomini.”
“Sì, di tanto in tanto mi concedo questo sfizio.”
“Quindi, nessun problema?”
“Assolutamente nessun problema, anzi…”
“Bene, sarà contento. Ah, un’altra cosa…”
“Prego..” – ho detto.
“Vorremmo farlo nello stesso casolare in cui l’hai fatto con Anna.”
“Anche voi avete il piacere del rischio di essere visti?”
“Ce l’ho io. Lui un po’ di meno.”
“Il casolare si trova a 30 km da qui.” - ho detto.
“Nessun problema. Si va con la nostra auto. Ti va bene domani alle 10?”
“Sì, posso.”
“Bene. Vediamoci davanti al bar xxxxx. Abbiamo una xxxxx blu. Comprati un quotidiano. Nessuno compra più giornali oggi, capiremo che sei tu.”
“Ok. A domani.”

Il giorno dopo, fresco di doccia e di rasatura, e con il giornale in evidenza, sono arrivato all’appuntamento, puntuale. Dopo circa cinque minuti di attesa, una xxxxx blu mi si è accostata dal lato passeggero. Il finestrino si è abbassato. Una chioma rossa si è sporta dal finestrino dell’auto:
“Ci stai aspettando?”
“Sì” – ho detto – “mostrando il giornale.”
“Sali” – mi ha detto.
Ho aperto la portiera posteriore e mi sono accomodato sul sedile. L’interno profumava di pelle e di lavanda. Ho chiuso la portiera e in quel momento entrambi si sono girati verso di me.

Lei mi ha sorriso calorosamente mentre lui, un po’ rosso in viso, forse per l’emozione, mi ha teso la mano: “Ciao, io sono Marco e lei è Elisa”

“Piacere, sono XXXX” ho risposto, stringendogli la mano e poi quella di Elisa.”

Ci siamo cambiati qualche parola di circostanza, poi Marco mi ha chiesto la direzione e siamo partiti, accompagnati dal basso ronzio del motore.

Lei era sui cinquant’anni. Un bel viso, dai tratti delicati, con una carnagione chiara. I suoi grandi occhi rivelavano un carattere sicuro e disinvolto. Indossava un cappotto nero e degli stivali neri, esattamente come Anna. Lui aveva un’aria distinta. Doveva essere sui sessanta. Un po’ sovrappeso, capelli grigi, perfettamente sbarbato. Era evidente che, rispetto alla moglie, avesse un’indole più timida, più riservata. Indossava un cappotto scuro e con il suo portamento tranquillo sembrava il perfetto contraltare al dinamismo di lei.
Dopo mezz’ora di viaggio, su mia indicazione, siamo arrivati sul posto. Il vecchio casolare fatiscente e incustodito sembrava ancora più cadente. Probabilmente era dovuto ai giorni di pioggia che avevano inzuppato tutto.
“Wow, è peggio di come l’avevo immaginato.” – ha detto lei ridendo.
“L’avevo scritto nel racconto che non né aveva porte, né finestre.”
“Sì, lo ricordo bene. Bene, parcheggiamo? Ho una certa voglia…” ha detto ridendo.
Siamo entrati.
“E’ qui che si è messa lei? Qui, al centro della stanza?” – e si è posizionata nello stesso punto.
“Sì esatto, era proprio lì.”
“Ed è qui che ha iniziato a slacciarsi i bottoni del cappotto?
“Esattamente” – ho detto.
“Così?” – ha detto e ha iniziato lentamente a slacciare i bottoni. Era nuda, esattamente come Anna. Indossava solo gli stivali neri. Era bellissima. La pelle bianca come madreperla e i capelli rossi rendevano impossibile staccarle lo sguardo di dosso. E quegli stivali neri poi, rendevano tutto così tremendamente erotico.
“Beh, che aspetti?” – mi ha detto
“Ho guardato per un attimo Marco che era vicino l’entrata. Con un sorriso mi ha fatto un cenno di incoraggiamento.”

Mi sono avvicinato a Elisa e mi sono inginocchiato davanti a lei. L’ho accarezzata dietro le cosce e pian piano le mie mani sono salite fino alle sue natiche. Le ho strette con forza. Ho avvicinato il viso sul suo sesso e ho annusato profondamente. Aveva un odore delizioso. Lei ha aperto le gambe un po’ di più e io ho poggiato le mie labbra sul suo clitoride baciandolo delicatamente. Poi, con una mano, ho allargato le sue grandi labbra e ho immesso la lingua dentro. Era calda come il fuoco e bagnata come l’erba del mattino dopo un giorno di pioggia. Ho succhiato le sue piccole labbra gustandomi i suoi umori. Lei ha afferrato i miei capelli e li ha tirati verso di sé.
“Continua” - ha detto con voce spezzata. Ho succhiato il suo clitoride. Era così gonfio e rosso, sembrava una piccola ciliegia E mentre succhiavo questo delizioso frutto, ho infilato due dita dentro di lei in profondità. Era così bagnata che mi sgocciolava sul mento. Lei ha tirato i miei capelli ancora più forte. Mi piaceva. Quel dolore che mi procurava tirandomi i capelli mi piaceva. Ho continuato leccandole il clitoride e scopandola con le dita finché è venuta. Ho sentito la sua fica stringersi con forza attorno alle mie dita, poi le ha rilasciate. Quando ha aperto gli occhi mi ha guardato con il viso contratto e io ho leccato le dita che erano state dentro di lei.
“Sanno di buono? – mi ha detto sorridendo.
“Deliziose” – ho risposto.

Ha riallacciato i bottoni del cappotto e ha guardato Marco. Io mi sono alzato. Lui si è avvicinato a noi ed Elisa ha slacciato la cintura dei miei pantaloni e ha abbassato la zip. I pantaloni sono scivolati giù. Il mio cazzo era già in erezione. Anna ha messo le mani sulle spalle di Marco facendolo abbassare. Una volta sotto Marco mi ha abbassato le mutande. Ha circondato la base del mio cazzo con le sue dita e il resto l’ha messo in bocca, tutto dentro fino a quando ha toccato il fondo della gola. Io stavo fermo. Lui ha iniziato a muoversi avanti e indietro, prima piano, poi ha accelerato il ritmo dei suoi colpi. Anna, che aveva ancora le mani sulle spalle di Marco, lo incoraggiava:
“Dai, dai così, è bello, dai, fallo venire, sì, così, bravo…”
La voce e l’incitazione di Anna hanno accelerato il mio orgasmo. Ho chiuso gli occhi, ho reclinato la testa all’indietro e sono venuto. In quel momento Anna si è inginocchiata e ha leccato lo sperma che colava dalle labbra di Marco. Poi ha chiesto a Marco di alzarsi, gli ha abbassato la zip e lo ha tirato fuori. Lo ha messo subito in bocca e ha iniziato a succhiarlo come se non ci fosse un domani. I sospiri di Marco si fecero più profondi. Sembrava che stesse per esalare l’ultimo respiro: Anna continuava a muovere la testa avanti e indietro senza nessun tentennamento finché Marco non ha avuto un orgasmo così possente e violento che Marco ha dovuto fare un passo indietro per riprendere l'equilibrio che stava per perdere.

Dopo aver pulito con la lingua il cazzo di suo marito, Anna si è alzata. Eravamo in quel momento tutti un po’ scossi e silenziosi. Un po’ come la quiete dopo la tempesta.
Poi lei ha parlato:
“E’’ stata la fine del mondo” – ha detto – “Bellissimo:”
Abbiamo sorriso tutti e tre.

Lentamente siamo entrati in macchina. Lui ha acceso lo stereo ed è partita una musica dolce, lenta che ci ha accompagnato per tutto il viaggio.
Arrivati a destinazione entrambi si sono girati verso di me, sorridenti.
“Non perdiamoci di vista. Ti sfrutteremo fino al midollo. Abbiamo tanti giochini in mente a cominciare dal prossimo.
“Quale sarebbe?” – ho chiesto.
“Lo saprai a tempo debito.”
“Ok, ragazzi, allora aspetto un vostro invito. Ciao. “
Ho aperto la portiera e sono uscito dall’auto.
Anna si è sporta dal finestrino:
“La prossima volta non mi chiamerai ragazza. Mi chiamerai Padrona. Ecco quale sarà il prossimo gioco. Ciao.”
E in quel preciso momento la macchina è ripartita.
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